Son nato, amici cari,
giù 'l Prado, tra i cordari,
poi son cresciuto sano
fra foglie e maragnano.
Condussi vita fiera
finché persi la guera.
"Prato mi fè, disfecemi Giselda".
Raccolsi glorie e onori
contando i pomodori .
Scrivevo lazzi e balle
su Jesi e la sua Valle.
Ho avuto un sol difetto:
son stato Onafifetto
Vicino a piazza delle Monnighette
avevo un anno nel 47.
Appena vidi chi mi circondava
feci il filo alla balia che allattava.
A scuola, fra gli attrezzi di palestra
tentai più volte di farmi la maestra.
Con gli anni fu la mia filosofia
(filosofia deriva da Filosa)
mi basta che respiri e così sia.
Lessi il telegiornale alla tv,
scrissi del mondo ed ebbi altre virtù.
Tra tanti pregi ebbi però un difetto:
fui spesso e volentieri Onafifetto
Son nato cinto d'edera in novembre
quando Pacì già era presidente.
Per osannar l'illustre pargoletto
guidati dalla brancia sopra il tetto
vennero i tre re Magi con i doni,
Reale, Ugo La Malfa e Spadoloni.
Con la foglia che sventolava al vento
io sognavo già un posto in Parlamento.
Del PRI io ressi la Segreteria
finché Brunori e la Carboneria
a furia di menar contestazioni
finirono per rompermi i cordoni.
L'Unità sanitaria fu il mio credo
con Borgiani davanti ed io di dietro.
Vissi d'arte e d'amore e per diletto
son stato sessant'anni Onafifetto.
Le mani appena sopra dei polpacci
son nato in mezzo a ferro, carta e stracci
ma presto presi tavola e pennello
Per diventare come Raffaello.
Cresciuto un metro e mezzo o poco più
mi sento più scultore di Manzù.
Ho avuto nella vita un sol difetto:
son nato e resto ancora Onafifetto.